Arrivarvi è abbastanza semplice, le indicazioni sono precise ed il percorso è caratterizzato da un guado in stile Camel Trophy. Giunti in prossimità del museo vi sono due grandi megaliti interfacciati, con un incavo che ti permettono di giocare con la voce in una sorta di cassa di risonanza, sono chiamate difatti, le pietre ridondanti.
L'ingresso al museo costa 2,50€, prezzo popolarissimo se non fosse che per contro, non sono attrezzati con l'inglese e gli opuscoli e le indicazioni sono in francese,tedesco o fiammingo, l'allestimento evince che è molto poco valorizzato, diciamo che a livello luci, più che un museo sembra una stalla.
Soprassediamo ed iniziamo il tour con le varie mappe topografiche della zona e delle relative miniere, poco oltre vi sono campioni delle rocce presenti in loco, incluso l'oro contenuto nelle sabbie aurifere.
A questo punto iniziano i primi esemplari di coticule con forme e conformazioni molto particolari ed interessanti,seguiti dalle varie tipologie di selezione e dimensioni in cui venivano commercializzate.
A seguire una carrellata di foto dei minatori nell'esercizio delle loro funzioni con annessa esposizione degli strumenti utilizzati all'epoca.
Un'interessante diorama rappresenta lo spaccato di una miniera, dove si può chiaramente comprendere come veniva svolto il lavoro di estrazione.
Si arriva dunque in quello che definerei la sezione lavorazione, in cui antiche enormi macchine vengono azionate da un sensore di movimento quando il visitatore vi giunge nei pressi e comprende sia la sezionatura dal blocco per mezzo di una serie di seghe basculanti distanziate tra loro in modo di permettere la realizzazione di 6/7 pietre alla volta,
che la rettifica eseguita con un enorme mola ad acqua,
ed il relativo incollaggio su supporto, che all'epoca era eseguita su belga blu.
Dulcis in fundo, prima di arrivare all'uscita c'è una teca con una pietra di dimensioni mastodontiche, almeno 50 x 15 cm che mi ha calamitato l'attenzione per un buon quarto d'ora, facendomi fantasticare come un bambino appiccicato alla vetrina di un pasticcere.
Che dire, la visita meritava di essere fatta, il posto è interessante, rimane la delusione nel vedere come sia poco valorizzato e come l'allestimento necessiti di essere riammodernato, per il resto,consigliato.
Spero vi abbia fatto piacere compiere questa visita virtuale al museo delle coticule in mia compagnia e vi invito a stare sintonizzati per il reportage di prossima uscita, "In miniera con Bushdoctor", alla scoperta delle coticule belghe.