salve a tutti. sono nuovo qui e dilettante nel rasoio a mano libera.
ho 67 anni e avevo accenni di baffi e barba da quando avevo tredici anni.
il mio rasoio preferito e la lametta a due facce classica.
ho la barba forte come gli aculei di un riccio. uso le gillette platinum, che sono le uniche lamette di qualità reperibili qua.
ho due rasoi ml . uno ,da 19 mm/ 6/8 , è risultato essere un triton robur. lo ho pagato 50 euro ,ma sembra che costi 15 euro.
poi , per niente incantato dall'invito ad acciai speciali, ho comprato su temu, per 5,25 euro, un gold monkey 777 da 8/8.
dopo la fregatura del kit pietre amazon colorate,che si sono rivelate finte, e finto è anche il gold monkey, che credo abbia la stessa
qualità di un pezzo di metallo ritagliato da una lattina di coca cola.
dopo molti tentativi e pittoreschi tutorial in italiano ed inglese sul tubo. col solo risultato di rovinare il robur.
mi sono messo a fare di testa mia, sfruttando tutta l'esperienza acquisita, ( quando faccio di testa mia sono terribile).
ho quindi rifatto la bisellatura con cartavetrata da mille,rigorosamente asciutta, seguo con cartavetra da p 2500,
la più fine che ho trovato in zona.per rifinire metto sul tavolo la gamba di un bluejans, cotone medio ordinario,
e scoramello a blocchi da cento passaggi , (andata un passaggio e ritorno il num 2).
risultato.
mi sono fatto una barba di 5 giorni con il robur, dopo fallimento del gold monk..lamieraccio.
senza neanche tirare la pelle con il dito. è venuta perfetta. siamo al terzo tentativo di fare la barba con il mano libera.
non c'è stato bisogno di rifare con il rasoio di sicurezza.
ho messo la concavità dei due rasoi aderenti alla ruota della mia mola da banco. ruota da 15 cm.
aderiscono perfettamente. questo significa che, badando a non cuocere il metallo e riuscendo a temprare e rinvenire.
posso autocostruirmi alcuni rasoi . ho navigato tutto. sbarre di metallo. utensili ,pietre e tutto.
adesso volevo sapere, tra acciai al carbonio, 1084 / XC85, e 52100 / 100C6.
e inox ,440c, e vg10 e ats-34 .
gli inox ,mi risulta che sono più resistenti e più fini di filo dei carbonio.
tra tutti, qualcuno mi dice quale è quello che fa un filo più fino degli altri anche se non è il più duro?
grazie.
quale acciaio fa il filo più fine?
Moderatore: Moderatore Area Tecnica
-
- Messaggi: 4
- Iscritto il: 30/06/2025, 20:26
- Località: italia
- Aldebaran
- Messaggi: 5976
- Iscritto il: 31/03/2010, 18:26
- Località: Milano - Chieti
- Contatta:
Re: quale acciaio fa il filo più fine?
Gentile utente,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, ma mi permetta di chiarire alcuni punti che, nel suo messaggio, risultano non solo errati, ma potenzialmente fuorvianti per i lettori meno esperti.
1. Cartavetrata e bisellatura
Eseguire la bisellatura di un rasoio a mano libera con cartavetrata asciutta da 1000, su una lama già affilata (Triton Robur, acciaio temprato), significa abrasione incontrollata del profilo di taglio e perdita irrimediabile della geometria. La successiva "rifinitura" con P2500 non è affilatura, è cosmesi superficiale.
In nessun contesto serio dell'affilatura tradizionale – giapponese, francese o solingen – si usano abrasivi non lubrificati né supporti flessibili come la tela di un blue jeans. Lei non ha ricreato un sistema alternativo, ha distrutto un rasoio di buon livello e, a quanto pare, ne è fiero.
2. Utilizzo di mola da banco per testare la concavità
Far aderire il dorso e la lama di un rasoio affilato alla ruota di una mola da banco (15 cm) per "testarne la concavità" equivale a scaldare inutilmente l’acciaio e a rischiare la perdita del trattamento termico originario. Non si fa, punto.
3. Confronto fra acciai
Lei chiede quale acciaio produca un filo più fine “anche se non è il più duro”. La questione non si riduce a una scala di durezza o affilabilità generica:
Acciai al carbonio (1084, XC75/85, 100C6/52100): Ottimi per la tenuta del filo e la facilità di affilatura, specialmente il 100C6 che ha una buona tenacità e finezza del carburo, ottimale per rasoi forgiati.
Acciai inossidabili (VG10, 440C, ATS-34): Più difficili da lavorare e affilare, con presenza di carburi più grossi e maggior resistenza all’ossidazione, ma non necessariamente superiori nella finezza del filo. Il VG10 può tenere bene il filo, ma il 52100 o l’XC90 correttamente trattati saranno sempre più fini e affilabili con facilità.
Quindi no: gli inox non sono “più fini”. Al contrario, a parità di trattamento termico e geometria, gli acciai al carbonio producono un filo più dolce, reattivo e coerente alla tradizione del rasoio a mano libera.
4. “Autocostruzione” di rasoi
Mi preoccupa la leggerezza con cui parla di “tempra e rinvenimento”, come se bastasse un colpo di mola e un tuffo nell’acqua. Gli acciai citati necessitano:
temperatura controllata (forno a termocoppia)
tempra in olio specifico
cicli di rinvenimento con curva dedicata
Un 52100 male temprato sarà fragile. Un VG10 senza trattamento criogenico avrà carburi instabili. Un 440C senza doppio rinvenimento avrà problemi di durezza residua.
5. Conclusione didattica
Il forum ilrasoio.com è nato per condividere competenza, non per applaudire il pressappochismo. Nessuno le impedisce di sperimentare – ma scrivere “funziona perché mi sono rasato” non dimostra nulla. Funziona nonostante tutto, e solo per ora.
Le suggerisco di cominciare a leggere i thread fondamentali su:
tecniche corrette di affilatura
scelta degli acciai per coltelleria fine
principi base di metallurgia
Se vorrà rifarsi una cultura tecnica da zero, sarà il benvenuto. Ma la prego: non proponga esperimenti autodistruttivi come se fossero alternative serie a secoli di pratica affilatoria codificata.
Cordialmente,
Andrea (Aldebaran)
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, ma mi permetta di chiarire alcuni punti che, nel suo messaggio, risultano non solo errati, ma potenzialmente fuorvianti per i lettori meno esperti.
1. Cartavetrata e bisellatura
Eseguire la bisellatura di un rasoio a mano libera con cartavetrata asciutta da 1000, su una lama già affilata (Triton Robur, acciaio temprato), significa abrasione incontrollata del profilo di taglio e perdita irrimediabile della geometria. La successiva "rifinitura" con P2500 non è affilatura, è cosmesi superficiale.
In nessun contesto serio dell'affilatura tradizionale – giapponese, francese o solingen – si usano abrasivi non lubrificati né supporti flessibili come la tela di un blue jeans. Lei non ha ricreato un sistema alternativo, ha distrutto un rasoio di buon livello e, a quanto pare, ne è fiero.
2. Utilizzo di mola da banco per testare la concavità
Far aderire il dorso e la lama di un rasoio affilato alla ruota di una mola da banco (15 cm) per "testarne la concavità" equivale a scaldare inutilmente l’acciaio e a rischiare la perdita del trattamento termico originario. Non si fa, punto.
3. Confronto fra acciai
Lei chiede quale acciaio produca un filo più fine “anche se non è il più duro”. La questione non si riduce a una scala di durezza o affilabilità generica:
Acciai al carbonio (1084, XC75/85, 100C6/52100): Ottimi per la tenuta del filo e la facilità di affilatura, specialmente il 100C6 che ha una buona tenacità e finezza del carburo, ottimale per rasoi forgiati.
Acciai inossidabili (VG10, 440C, ATS-34): Più difficili da lavorare e affilare, con presenza di carburi più grossi e maggior resistenza all’ossidazione, ma non necessariamente superiori nella finezza del filo. Il VG10 può tenere bene il filo, ma il 52100 o l’XC90 correttamente trattati saranno sempre più fini e affilabili con facilità.
Quindi no: gli inox non sono “più fini”. Al contrario, a parità di trattamento termico e geometria, gli acciai al carbonio producono un filo più dolce, reattivo e coerente alla tradizione del rasoio a mano libera.
4. “Autocostruzione” di rasoi
Mi preoccupa la leggerezza con cui parla di “tempra e rinvenimento”, come se bastasse un colpo di mola e un tuffo nell’acqua. Gli acciai citati necessitano:
temperatura controllata (forno a termocoppia)
tempra in olio specifico
cicli di rinvenimento con curva dedicata
Un 52100 male temprato sarà fragile. Un VG10 senza trattamento criogenico avrà carburi instabili. Un 440C senza doppio rinvenimento avrà problemi di durezza residua.
5. Conclusione didattica
Il forum ilrasoio.com è nato per condividere competenza, non per applaudire il pressappochismo. Nessuno le impedisce di sperimentare – ma scrivere “funziona perché mi sono rasato” non dimostra nulla. Funziona nonostante tutto, e solo per ora.
Le suggerisco di cominciare a leggere i thread fondamentali su:
tecniche corrette di affilatura
scelta degli acciai per coltelleria fine
principi base di metallurgia
Se vorrà rifarsi una cultura tecnica da zero, sarà il benvenuto. Ma la prego: non proponga esperimenti autodistruttivi come se fossero alternative serie a secoli di pratica affilatoria codificata.
Cordialmente,
Andrea (Aldebaran)
-
- Messaggi: 4
- Iscritto il: 30/06/2025, 20:26
- Località: italia
Re: quale acciaio fa il filo più fine?
grazie per la risposta.
imparo cose nuove.
però ,quando ho usato la cartavetro il rasoio era già rovinato.
lo ho recuperato,con quello che avevo.
non ho appoggiato la concavità dei rasoi sul disco della mola da banco in movimento ,ma ferma.
questo perchè avevo un sospetto. e infatti combaciano.
il fatto che l'acciao inox è fra i metalli, uno che si lascia lavorare in parti finissime è una risposta del chatbot A.I.
non mi ricordo quale. adesso cerco e incollo l'argomento.
quindi ho pensato che è più fine del acciaio al carbonio.
però so anche che i chatbot sono lontani dall'essere infallibili.
basta provarli con una partita a scacchi.
non pretendo di pronunciarmi su tempra e rinvenimento.
ma sono entrato in siti di industrie metallurgiche dove si trovano schede molto dettagliate sull'argomento.
sicuramente sono un dilettante. però ci vorrei provare.
imparo cose nuove.
però ,quando ho usato la cartavetro il rasoio era già rovinato.
lo ho recuperato,con quello che avevo.
non ho appoggiato la concavità dei rasoi sul disco della mola da banco in movimento ,ma ferma.
questo perchè avevo un sospetto. e infatti combaciano.
il fatto che l'acciao inox è fra i metalli, uno che si lascia lavorare in parti finissime è una risposta del chatbot A.I.
non mi ricordo quale. adesso cerco e incollo l'argomento.
quindi ho pensato che è più fine del acciaio al carbonio.
però so anche che i chatbot sono lontani dall'essere infallibili.
basta provarli con una partita a scacchi.
non pretendo di pronunciarmi su tempra e rinvenimento.
ma sono entrato in siti di industrie metallurgiche dove si trovano schede molto dettagliate sull'argomento.
sicuramente sono un dilettante. però ci vorrei provare.
-
- Messaggi: 4
- Iscritto il: 30/06/2025, 20:26
- Località: italia
Re: quale acciaio fa il filo più fine?
mi consola sapere che il triton robur è temprato. con quel poco che costa ero scettico.
-
- Messaggi: 4
- Iscritto il: 30/06/2025, 20:26
- Località: italia
Re: quale acciaio fa il filo più fine?
chiesto a gemini adesso.
quali metalli si lasciano lavorare più finemente?
I metalli che si lasciano lavorare più finemente sono quelli che possiedono le proprietà di duttilità e malleabilità elevate. Queste proprietà indicano la capacità di un metallo di deformarsi plasticamente senza rompersi.
Ecco i principali metalli noti per la loro eccellente lavorabilità fine:
Oro: È il metallo più duttile e malleabile. Può essere martellato in fogli estremamente sottili (fino a 0,1 micron, il che permette a un grammo d'oro di coprire un'area di un metro quadrato) o trafilato in fili incredibilmente fini. Questa caratteristica lo rende ideale per la gioielleria e per contatti elettrici sottilissimi.
Argento: Sebbene leggermente meno malleabile dell'oro, l'argento è comunque molto duttile e malleabile, rendendolo adatto per gioielleria, posateria e componenti elettronici.
Rame: È un metallo estremamente duttile e malleabile, eccellente conduttore di calore ed elettricità. Per questo è ampiamente utilizzato per cavi elettrici, tubature e componenti elettronici.
Alluminio: È un metallo leggero e molto facile da lavorare, sia per formatura che per lavorazioni a macchina (come la lavorazione CNC). La sua combinazione di leggerezza, facilità di taglio e resistenza alla corrosione lo rende versatile per componenti strutturali, aerospaziali e automobilistici.
Stagno: Molto morbido e malleabile, è usato in saldature e rivestimenti protettivi.
Piombo: Estremamente morbido e malleabile.
In sintesi, la capacità di essere lavorati finemente dipende da:
Duttilità: Capacità di essere tirato o allungato in fili sottili senza rompersi.
Malleabilità: Capacità di essere deformato (ad esempio, martellato o pressato) in lamine sottili senza rompersi.
Le leghe, come l'ottone (lega di rame e zinco) e alcune leghe di acciaio inossidabile, pur non essendo metalli puri, sono anch'esse apprezzate per la loro buona lavorabilità, stabilità e resistenza. L'ottone, in particolare, è noto per la sua elevata lavorabilità e la possibilità di ottenere una finitura lucida.
Queste proprietà sono fondamentali in molte applicazioni industriali e artistiche, dove è richiesta la creazione di forme complesse e dettagliate.
quali metalli si lasciano lavorare più finemente?
I metalli che si lasciano lavorare più finemente sono quelli che possiedono le proprietà di duttilità e malleabilità elevate. Queste proprietà indicano la capacità di un metallo di deformarsi plasticamente senza rompersi.
Ecco i principali metalli noti per la loro eccellente lavorabilità fine:
Oro: È il metallo più duttile e malleabile. Può essere martellato in fogli estremamente sottili (fino a 0,1 micron, il che permette a un grammo d'oro di coprire un'area di un metro quadrato) o trafilato in fili incredibilmente fini. Questa caratteristica lo rende ideale per la gioielleria e per contatti elettrici sottilissimi.
Argento: Sebbene leggermente meno malleabile dell'oro, l'argento è comunque molto duttile e malleabile, rendendolo adatto per gioielleria, posateria e componenti elettronici.
Rame: È un metallo estremamente duttile e malleabile, eccellente conduttore di calore ed elettricità. Per questo è ampiamente utilizzato per cavi elettrici, tubature e componenti elettronici.
Alluminio: È un metallo leggero e molto facile da lavorare, sia per formatura che per lavorazioni a macchina (come la lavorazione CNC). La sua combinazione di leggerezza, facilità di taglio e resistenza alla corrosione lo rende versatile per componenti strutturali, aerospaziali e automobilistici.
Stagno: Molto morbido e malleabile, è usato in saldature e rivestimenti protettivi.
Piombo: Estremamente morbido e malleabile.
In sintesi, la capacità di essere lavorati finemente dipende da:
Duttilità: Capacità di essere tirato o allungato in fili sottili senza rompersi.
Malleabilità: Capacità di essere deformato (ad esempio, martellato o pressato) in lamine sottili senza rompersi.
Le leghe, come l'ottone (lega di rame e zinco) e alcune leghe di acciaio inossidabile, pur non essendo metalli puri, sono anch'esse apprezzate per la loro buona lavorabilità, stabilità e resistenza. L'ottone, in particolare, è noto per la sua elevata lavorabilità e la possibilità di ottenere una finitura lucida.
Queste proprietà sono fondamentali in molte applicazioni industriali e artistiche, dove è richiesta la creazione di forme complesse e dettagliate.