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Idea simpatica ed abbastanza coerente con quanto avviene realmente durante l'affilatura a livello microscopico.
Moderatore: Moderatore Area Tecnica
Mi spieghi? non capisco. Io pensavo che l'acciaio come tutti gli altri metalli divenissero plastici a temperature molto prossime a quella di fusione.mauro2 ha scritto:Quello che soprattutto è interessante (secondo me) è il fatto che ha utilizzato un materiale che ha una certa plasticità , che è una caratteristica comune all'acciaio a livelli microscopici e che invece si tende a trascurare dato che a livello macroscopico (cioè come ne facciamo esperienza noi) il comportamento è molto diverso.
ah io ho sempre fatto uguale pressione.. ci sono due osservazioni da fare secondo me: la prima che quando la bava si rompe comunque il filo un po' ne esce danneggiato (vedi le foto al microscopio, ma comunque facendo avanti indietro la formazione di bava dovrebbe essere minima dato che in ogni "avanti" verrebbe rimossa), la seconda è che se vari la pressione se la lama ha un minimo di elasticità cambi di un po' (molto poco eh) l'angolo del bevel (tanta pressione=leggera deformazione elastica della lama, quindi crei un angolo del bevel un po' più acuto) per cui mi sembra un continuo saltare tra due angoli differenti ad ogni passata (se abbia conseguenze e quali in questa fase della affilatura non lo so valutare).Pic ha scritto:Mi pare di aver letto in passato che la pressione va esercitata nel movimento in avanti, più leggeri nel ritorno.
Invece se faccio il contrario dovrei ottenere una abrasione efficace nel movimenti indietro , mentre una rimozione di bava nel movimento avanti.
Credo che questo sia incontrovertibile. Io almeno ho cominciato così, per me fu una cosa diciamo "istintiva".Ripeto io non sono un affilatore "scientifico",mauro2 ha scritto:@pic: in realtà secondo me lo scopo dell'avanti-indietro è che è più veloce delle passate a x, e dovendo asportare tanto acciaio si fa prima.
Però non ho capito la tua riflessione sulla pressione.
Certo certo sono d'accordo anch'io,però quanto si affronta un qualcosa di nuovo credo sia meglio passare prima dalla fase di "sgrossatura"amerigo ha scritto:@Roby,anch'io non amo troppo i "tecnicismi" tanto più se esasperati, però a volte servono.....
Roby anch'io sono partito così, pietra di fiume e rasoio e tanto olio di gomito. Ai miei tempi non c'era Internet, non c'era il Forum, il Tubo, niente di niente.robyfg ha scritto: Certo certo sono d'accordo anch'io,però quanto si affronta un qualcosa di nuovo credo sia meglio passare prima dalla fase di "sgrossatura"e poi approfondire con quella tecnica.....ma questo vale per me che 'so di coccio!!!
Non necessariamente la teoria è d'ostacolo ai principianti, e che una cosa sia un tecnicismo fine a se stesso oppure una informazione utile dipende dall'uso che se ne fa. È soggettivo, e dipende molto dalla mentalità e dalla formazione dell'individuo: so bene, per esperienza, che per alcune persone il modo migliore di apprendere una attività consiste come dici tu nel concentrarsi sulla pratica. Altri invece sono aiutati dal capire cosa succede sotto al cofano come conseguenza di ciò che stanno facendo (come dice amerigo parlando di teoria e pratica che vanno a braccetto). Altri ancora magari potrebbero essere interessati solo a capire cosa accade durante l'affilatura senza poi un interesse verso la pratica, nessuna di queste cose è sbagliata e inutile di per sé.altus ha scritto:Vi ricordo quanto asserito da Ura "si affila col cuore, non con la testa", ossia ben vengano le spiegazioni tecniche, ma cercate di non perdervi in tecnicismi fine a se stessitroppa teoria non fa progredire soprattutto all'inizio.
Quali elementi non rilevabili al microscopio elettronico (diciamo sullo stesso rasoio, così non variamo le condizioni di contorno) possono influire su come percepiremo il filo durante l'affilatura?altus ha scritto: un microscopio non potrà mai dirvi se quel filo è dolce o aggressivo, crudo o piacevole.