RISCHI E PATOLOGIE NELLA LAVORAZIONE ARTIGIANALE DEL LEGNO

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Aldebaran
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RISCHI E PATOLOGIE NELLA LAVORAZIONE ARTIGIANALE DEL LEGNO

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RISCHI E PATOLOGIE NELLA LAVORAZIONE ARTIGIANALE DEL LEGNO
Dr A.Cristaudo

Non è stato facile ammettere che la lavorazione di un materiale così naturale e vicino all'esperienza quotidiana come il legno potesse produrre danni alla salute.

B. Ramazzini, nel 1700, nella prima elencazione dei quarantuno mestieri e delle loro patologie trascurò le malattie dei falegnami, aggiungendo solo 13 anni dopo un frettoloso capitolo nell'edizione definitiva del suo prestigioso trattato "De Morbis Artificium Diatriba", descrivendo la "fatica" del segare, la "irritazione" orale ed oculare da esposizione alle polveri della segatura, e "l'odore acuto" emanato dal legno di cipresso, che provoca in qualcuno "mal di testa".

Le prime osservazioni sistematiche di patologia nei lavoratori del legno risalgono alla fine del secolo scorso, principalmente effettuate in cantieri navali e si sono molteplicate soprattutto dopo l'ultimo conflitto mondiale con l'introduzione della lavorazione di legni esotici.

Negli ultimi 20 anni, la letteratura si è arricchita di importanti contributi, sui rischi e le tecnopatie dei lavoratori del legno, utili anche a fini preventivi.

Infatti, solo negli ultimi decenni, l'evoluzione tecnologica nel settore del legno ha portato sia ad una accentuazione di rischi tradizionali legati alle polveri di legni, al rumore ed agli infortuni, sia soprattutto all'introduzione di nuovi rischi legati all'introduzione di molte sostanze chimiche.

Così furono segnalati casi di irritazione e/o di allergia cutanea e respiratoria da essenze legnose, solventi vegetali e vernici.

A partire dalla seconda metà degli anni 60 fu evidenziato il rischio di tumori dei seni paranasali, attribuito ora ad essenze legnose, ora a composti chimici legati alla preservazione ed alla lavorazione del legno. I legni "duri" sono stati recentemente considerati a rischio cancerogeno.


CARATTERISTICHE SOCIOECONOMICHE, ORGANIZZATIVE E PRODUTTIVE DEL SETTORE DEL LEGNO.


L'industria del legno e del mobile nel nostro paese conta circa 400.000 occupati distribuiti in più di 100.000 unità produttive; la media generale è di quasi 4 addetti per unità.

In Italia quindi, si ha una realtà imprenditoriale di tipo "semi-artigianale", a prevalente conduzione familiare.
In compenso, questo comparto si concentra in aree geografiche ben definite che a livello nazionale, sono 5: area lombarda, veneta, toscana, marchigiana ed emiliana.

In Toscana, le unità produttive sono definite di "piccole dimensioni", essendo costituite di 5,19 addetti per unità di media con una tendenza alla costante riduzione dei numeri di occupati.

L'import-export dei legnami è nettamente al passivo, soprattutto a causa dell'incremento vertiginoso dell'importazione di legnami esotici dall'ultimo dopoguerra in poi.

DESCRIZIONE SINTETICA DEL COMPARTO DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO

Dal punto di vista botanico le essenze legnose si classificano in "latifoglie" o "hardwoods" e in "conifere" o "softwoods".

Si possono inoltre distinguere le specie legnose in base alla loro zona di origine in essenze "ad habitat temperato" e "ad habitat tropicale"; quest'ultime sono in genere quelle più ricche di estratti (fenoli, terpeni, alcaloidi, cumarine, glucosidi, saponine) generalmente ritenuti come causa della tossicità delle polveri dei legni.

Composizione del legno: Cellulosa e emicellulosa (60%), lignina (30%), fenoli, tannini, chinoni, terpeni, saponine, resine, muffe, licheni,
conservanti: composti As, Cr, antraceni


L'utilizzazione del legno si articola in 3 fasi principali:

-utilizzazione forestali, dall'abbattimento dei tronchi al trasporto nei luoghi di lavoro;

-prima lavorazione, con la trasformazione dei tronchi in semilavorati quali segati, travi, compensati e pannelli;

-seconda lavorazione, con la trasformazione dei semilavorati
in mobili, infissi, etc.


La seconda lavorazione è quella che interessa maggiormente il comparto del legno in Toscana e comprende due linee principali in base al materiale di partenza:

-linea del massello, che parte dal legno solido in tavole ed include anche i semilavorati quali tamburati e compensati multistrato;

-linea del truciolare che parte da pannelli in legno ricostruiti e "nobilitati" nel corso della lavorazione con impiallacciature in legno, laminati plastici, etc)

Ciclo tecnologico:

Schematicamente, è possibile suddividere il ciclo tecnologico in quattro fasi:

-preparazione dei pezzi;

-unione dei pezzi;

-verniciatura e lucidatura;

-rifinitura e montaggio.


CENNI SUI RISCHI LEGATI AL CICLO TECNOLOGICO


a)Rischi connessi all'uso delle macchine per la lavorazione meccanica del legno:

-infortuni;

-rumore;

-inquinamento da polveri legnose.


b)Rischi connessi all'uso di macchine per la verniciatura, rifinitura, incollaggio montaggio:

-polveri ed aerosol di vernici;

-contatto e/o inalazione di solventi, resine e monomerici chimici.

-infortuni

-polveri di legno (rischio irritante, allergizzante e talora cancerogeno).


CENNI DELLE PATOLOGIE CONNESSE ALLA LAVORAZIONE DEL LEGNO


a)Patologia respiratoria


b)Patologia cutanea


c)Patologia a carico di altri organi.


La patologia respiratoria connessa alla lavorazione del legno interessa sia le prime vie respiratorie che le vie inferiori.

A carico delle vie superiori, si possono instaurare diverse forme di rinopatie infettive (sinusiti) e non infettive, immunologiche (rinite allergica) e non immunologiche (riniti vasomotorie, emorragiche, irritative); sono descritte anche forme degenerative, e cancerose (tumore delle fosse nasali e paranasali).
Irritazioni a carico del faringe, laringe e trachea sono frequenti ma spesso sottovalutate dal punto di vista nosologico.


A carico delle vie respiratorie inferiori, si segnala una frequente prevalenza di bronchite cronica, sia fra i falegnami che fra i verniciatori, anche se i cofattori che giocano un ruolo fondamentale nella genesi di tale affezione (fumo di sigarette, inquinamento ambientale etc.) non permettono di stabilire un chiaro nesso fra lavoro e malattia. Inoltre l'asma bronchiale affezione ben conosciuta e studiata, legata all'esposizione di vernici e di polveri di legni. Altre patologie segnalate sono le alveoliti allergiche estrinseche, ascritte agli inquinanti fungini e ai prodotti vernicianti.

Negli addetti alla lavorazione del legno sono inoltre osservabili patologie cutanee, espressione di due diversi meccanismi patogenetici : quello tossico-irritativo e quello allergico, rappresentato quest'ultimo dall'eczema da contatto.

Altre patologie possibili sono quelle da rumore, le patologie extrapolmonari da solventi (tossicita' acuta e cronica).

PROTOCOLLO DELL'INDAGINE AMBIENTALE

L'indagine ambientale, lo studio e quantificazione dei rischi professionali viene proposto con i seguenti momenti operativi:


Studio e descrizione dei cicli tecnologici, individuazione degli inquinanti e delle sorgenti di inquinamento;

Caratterizzazione merceologica dei materiali utilizzati nella lavorazione;

Quantificazione dei principali fattori di rischio individuati con particolare riferimento al rumore, alla polverosita', alla presenza di vapori di solventi e monomeri.

L'esposizione a polveri sara' valutata sia per la componente totale che per la frazione respirabile. Saranno inoltre effettuati campionamenti personali sia per l'esposizione a polveri che a rumore.

Per valutare l'esposizione a vapori di sostanze chimiche sono da prevedersi campionamenti ambientali e personali per la quantificazione degli inquinanti rilevabili nonche' dosaggi urinari dei metaboliti delle sostanze chimiche in causa.


PROTOCOLLO DEGLI ACCERTAMENTI SANITARI


La visita medica è prevista con una periodicità annuale per i falegnami e trimestrale per coloro che svolgono attività di verniciatura

Sono previsti esami audiometrici (sulla base dei Lep)
ed esami spirometrici come momenti integrativi della visita medica.

Per lo studio delle cause e degli effetti del rumore sara' inoltre somministrato un questionario specifico sul rumore.

Per lo studio della patologia bronchiale cronica verra' somministrato agli esposti a polveri il questionario CECA per lo studio della bronchite cronica.

Per coloro che accuseranno disturbi riferibili ad angioneurosi (fenomeno del dito morto, fenomeno di Raynaud) verra' effettuato esame fotopletismografico ed altri eventuali al bisogno (Rx segmenti ossei arti superiori, termometria cutanea).

Una valutazione ematologica (emocromo, funz. epatica e renale) e una valutazione periodica dei metaboliti urinari completeranno la sorveglianza sanitaria dei verniciatori.

Dovrà essere effettuato inoltre uno studio allergologico che comprendera' studi in vivo ed in vitro per coloro che presentano disturbi riferibili ad allergopatie.
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