Storie di zeoliti: Le zeoliti del barbiere

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Paolo75
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Iscritto il: 13/11/2012, 15:26
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Storie di zeoliti: Le zeoliti del barbiere

Messaggio da Paolo75 »

Salve a tutti,
mi presento: mi chiamo Paolo e sono un ricercatore universitario che si occupa di zeoliti.
Sono capitato su questo forum perché ho cominciato ad interessarmi alla rasatura 'classica' (chiamiamola così), ma non mi sarei mai immaginato di imbattermi nelle zeoliti anche qui! :D
Di seguito vi riporto un articolo che ho scritto in proposito, e che sarà pubblicato nel prossimo numero del Bollettino dell'Associazione Italiana Zeoliti, di cui faccio parte.



"Le zeoliti del barbiere

Come chiunque si occupi di zeoliti sa certamente, l’utilizzo di questi materiali è esteso ai casi più disparati, dalla catalisi industriale all’integrazione della dieta animale, ma di tanto in tanto accade ancora di rinvenire esempi di applicazioni assolutamente inaspettati, come mi è di recente capitato. Ho cominciato da qualche tempo ad interessarmi alla rasatura con tecniche e strumenti tradizionali: sono sempre stato poco incline a radermi, ma se è vero che la barba è l’onor del mento, è altrettanto vero che quest’ultimo non andrebbe disonorato con rasature frettolose, approssimative e poco rispettose dell’integrità della nostra cute, così come troppo spesso avviene, almeno nel mio caso.
Pertanto, con l’intento di trasformare in un momento di relax e cura personale quella che potrei tranquillamente definire una scocciatura, ho cominciato a documentarmi su preparazione del viso, pennelli e saponi da barba, creme e lozioni dopobarba e soprattutto rasoi a mano libera, strumenti d’elezione dei barbieri professionisti di una volta, quelli degli antichi “saloni di barberia”, ma che pensavo, a torto, essere attualmente del tutto dimenticati. In realtà al giorno d’oggi esiste in tutto il mondo una nutrita comunità di appassionati, in Italia ben rappresentata dai frequentatori del sito http://www.ilrasoio.com, che si propone come “Il punto di riferimento per la rasatura”, e sul cui forum ho potuto trovare numerose informazioni e consigli per migliorare la mia “shaving routine”.
In particolare, tra le varie questioni relative all’utilizzo di un rasoio a mano libera c’è il problema dell’affilatura periodica: lo strumento dev’essere – ovviamente – perfettamente affilato, per garantire il giusto comfort durante la rasatura e non irritare la pelle strappando il pelo o saltellando sul viso. In genere il filo si ripristina passando la lama su pietre a grana via via più fine, e prima di ogni rasatura si ravviva su una striscia di cuoio chiamata coramella: i più esperti rendono il rasoio capace di tagliare un capello al volo e di produrre sul viso l’agognata rasatura denominata in gergo BBS (Baby Butt Shave, ritengo superfluo tradurre).
È stato proprio leggendo un thread del forum dedicato alle paste abrasive spalmabili su coramella che sono venuto a sapere che in passato se ne produceva una a base di... zeoliti!
Ebbene sì, pare che nel lontano 1818 il francese Hamon abbia fondato un’azienda a suo nome dedita inizialmente al commercio di una pasta per la manutenzione di rasoi e ferri taglienti (in seguito ha esteso la produzione ai ferri veri e propri) contenente per l’appunto zeoliti come agenti abrasivi.
Questa scoperta mi ha lasciato alquanto perplesso: da Cronsted (scopritore della stellerite nel 1756) ad Hamon erano passati solo 60 anni, durante i quali si guardava alle zeoliti più come a oggetto di studio per geologi e mineralogisti che come materiale di interesse tecnologico. Ci si dedicava cioè ad identificare i minerali zeolitici (per avere le prime caratterizzazioni strutturali da diffrazione di raggi X su cristallo singolo bisognerà aspettare gli anni ’30 del ’900) e a catalogare e studiare le loro proprietà, piuttosto che pensare ad una loro possibile commercializzazione: non sono un esperto di storia delle zeoliti, ma immagino che quello descritto possa rappresentare uno dei primi esempi di utilizzo di una materia prima zeolitica in un prodotto commerciale.
La domanda a questo punto diventa: cos’avrà messo Hamon nella sua pasta? Cosa significava la parola zeolite per un “imprenditore” francese del 1800? Di certo il materiale non poteva che essere naturale: la prima sintesi idrotermale documentata fa data 1866 (ad opera di St. Claire Deville, altro francese). Inoltre, cosa non da poco, tra le proprietà delle zeoliti la durezza non è certo la più caratterizzante, essendo in genere compresa tra 3 e 5 nella scala di Mohs , ben lontano – ad esempio – da quarzo o allumina, più comunemente usati per la fabbricazione di abrasivi, e in ogni caso inferiore – a quanto ne so – a quella dell’acciaio al carbonio con cui tipicamente si fabbricava la lama di un rasoio.
Per tutte queste ragioni, immagino che la pasta sia stata prodotta con un materiale polifasico, contenente probabilmente anche zeoliti, ma in presenza di altri termini caratterizzati da maggiore durezza.
Decido di chiedere informazioni lasciando un messaggio sul forum: l’amministratore Andrea, persona dotata di grande competenza e smisurata passione per qualunque cosa appartenga all’universo della rasatura, ha creato numerose sezioni che riportano anche argomenti di fisica, chimica o ingegneria, quali ad esempio “Metalli e leghe non ferrose”, “La struttura cristallina del ferro”, “Teoria generale sull'ossidazione” e perfino “Cenni sulla struttura della materia”!!
Il primo a rispondermi è proprio lui, confermandomi che in passato ha eseguito alcune analisi su una pasta per affilatura artigianale nella quale è stata rilevata la presenza di zeoliti, ed immediatamente dopo mi contatta Marco, un ingegnere di Pavia, grande appassionato e collezionista di rasoi d’epoca, pietre e oggetti di barberia, che mi informa di possedere una serie di candelette di questa pasta (vedi foto qui di seguito), diventate col tempo dure come pietra… Ah, se potessi averne un campione!
Non faccio in tempo a pensarlo, che Marco mi propone un accordo: mi spedirà una candeletta di pasta per analizzarla e in cambio condividerò i risultati con la comunità de il rasoio.com.
Credo che non si possa chiedere di meglio: aspetto che arrivi il pacchetto... e nell’attesa affilo la mia strumentazione di laboratorio. Alla prossima puntata!"
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