Sei lame per radersi!

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Aldebaran
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STILI DI VITA
Rasoio, la corsa alla barba perfetta
Ora per radersi servono sei lame
Dalle conchiglie usate nella preistoria al primo congegno elettrico inventato dopo la Grande Guerra
A inizio '900 arriva "l'usa e getta", adesso l'ultima frontiera per avere un viso sempre più liscio


Rasoio, la corsa alla barba perfetta Ora per radersi servono sei lame

NEW YORK - Se ogni mattina, davanti allo specchio, litigate con il rasoio per non trasformare il vostro bel faccino in un penoso campo di battaglia, beh, cari maschietti, preparatevi alla pugna: il nemico è alle porte sotto le spoglie del vostro prossimo e nuovissimo "sei lame". Avete letto bene: sei affilatissime lamette "all in one", tutte raccolte nel primo e unico al mondo apparecchio con cui ShaveMate - l'azienda fondata da due ragazzoni venuti su dalla Florida, Lou e Peter Tomassetti, ribattezzatisi "The inventor brothers", i fratelli inventori - ha deciso di lanciare la prima guerra mondiale del rasoio.

L'obiettivo? In palio c'è un mercato che, solo negli Usa, vale due miliardi e mezzo di dollari, ed è soverchiato dai colossi Gillette e Schick. Ma in gioco c'è anche il futuro di quella scienza maschia che si chiama rasatura e che per un'eternità era rimasta uguale a se stessa: da quando il primo monarca globale, Alessandro Magno, bandì quella barba che poteva diventare una terribile trappola nei corpo a corpo in battaglia fino, al 1904 in cui un certo King C. Gillette, pericolosamente ispirato dal successo dei neonati tappi a corona, primo esempio di prodotto casalingo di massa, non inventò e brevettò il rasoio usa e getta, facendo fortuna con le forniture militari durante la prima guerra mondiale. Da allora, è la corsa al rasoio perfetto.

Nel 1971 nasce il bilama, nel 1998 il "Mach3", in un crescendo di lame e affilatura fino a quel "cinque lame" che sembrava il punto di arrivo - per tacere di quel rasoio elettrico che per i puristi è una bestemmia. E invece eccolo qui il "sei lame": dove ci fermeremo? Forse, scherza il "Washington Post",


un giorno si concretizzerà davvero il futuro vaticinato nel finto spot di Mad Tv sul "nuovissimo Mach20": "L'ottava lama manda un impulso elettronico che distrugge la parte del cervello responsabile della crescita dei peli!!!".

I fratelli inventori di ShaveMate naturalmente si difendono: non è solo questione di una lama in più, il loro prodotto sarebbe davvero rivoluzionario, tutto in uno vuol dire che il rasoio è dotato anche di una particolarissima crema da barba. Anche loro, come Gillette cent'anni prima, hanno cominciato con i soldati, presentando il rasoio ai militari Usa in Iraq. Ha funzionato. E da lì è partita la conquista del resto del mondo, che per ora - e per tagliare, oltre all'ultimo pelo, anche i costi - avviene solo su Internet. Ma davvero servono così tante lame? Non sono soltanto un'occasione in più per sfoderare la vecchia matita emostatica? Dice Damon Jones, uno dei maghi della Gillette, che sotto c'è la scienza vera, "un metodo chiamato geometria progressiva: è scientificamente provato che più lame taglieranno meglio di una, è insomma come se ripassassi il rasoio per tre, quattro, cinque o sei volte sul viso". Naturalmente per non trasformare la rasatura in un inferno i tecnici dicono di usare "tecnologie impiegate nell'industria dei semiconduttori e in quella automobilistica per ottenere la misura del giusto spazio tra le lamette: e parliamo ovviamente di misure infinitesimali".

Per la verità un esperto come Mark Sproston, ribattezzato negli Usa Dottor Rasatura, giura che tre sarebbe il tetto massimo, ma che ovviamente l'industria non vuole mettere limiti al business. Insomma il rasoio usa e getta avrà anche liberato i maschietti dalla schiavitù dei barbieri, categoria per millenni così potente che già nel 300 prima di Cristo un certo Ticinus Maenas importava i migliori dalla Sicilia a Roma, così come fino agli inizi del Novecento i tosatori siculi conquistarono New York. Ma la ricerca della rasatura perfetta ha un prezzo: e, lama dopo lama, indovinate a chi tocca ancora una volta pagarlo.
Fonte:
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... e-5857822/
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