Politura nihonto

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Aldebaran
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Politura nihonto

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LA POLITURA
Il politore (togishi) lavora con una serie di pietre naturali con un vario potere abrasivo; si tratta di un'operazione che deve rispettare ed esaltare le geometrie della lama magistralmente prodotta dallo spadaio. La politura si effettua in due fasi: shitajitogi e shiagetogi.


SHITAJIDOGI

Si procede per brevi sezioni e trattando un lato alla volta, utilizzando inizialmente tre pietre (arato, binsui e kaisei), con le quali si definiscono le esatte geometrie delle lame già impostate dallo spadaio. La lama viene passata sulla pietra fissa (mai il contrario), con diverse incidenze di angolatura; ogni pietra successiva cancella le tracce lasciate dalla precedente.
In seguito si passa alla pietra nagura, sulla quale la lama viene passata in senso longitudinale e con un movimento leggermente oscillatorio, che rende visibile il profilo dell'hamon.
Infine si arriva alla pietra uchigumori, che serve ad evidenziare i particolari di forgia dell'acciaio.


SHIAGETOGI

In questa fase della politura si usano abrasivi sempre più fini. Le pietre sono utilizzate in spessori minimi inferiori al millimetro, e passate sulla lama tenuta fissa, contrariamente alla procedura precedente.
Si comincia con la hazuya (scaglie di uchigumori), che viene utilizzata in quadrati di 2.5 cm di lato e 0,1 mm di spessore. La hazuya viene passata sulla lama, insieme ad una pasta lubrificante (tojiru) costituita da una poltiglia di acqua e polvere di uchigumori, lavorandola dallo shinogi al filo, sempre per piccole aree alla volta; durante questa procedura il boshi (la punta della lama) non viene toccato. La lama assume un colore biancastro e, se le operazioni sono state bene seguite, la procedura è di breve durata; segue la politura del ji, operazione che renderà la lama di colore più scuro e lucido.
Su tutta la lama (sempre ad eccezione della punta) viene ora passato il nugui una sospensione in olio vegetale di ossido di ferro, residuo dei processi di forgiatura. Questo processo serve per scurire l?acciaio ed evidenziarne i particolari ed ? considerato molto importante, tanto che ogni politore ha una propria ricetta di nugui.
Il procedimento amori, invece, serve per evidenziare la differenza cromatica tra ji ed ha (il tagliente delimitato dallo hamon), e si realizza con una pietra hazuya tagliata in forma ovale.
Per ultima si polisce la punta (boshi); isolando il resto della lama già polita coprendola con tessuto di cotone e delimitando lo yokote (spigolo di separazione tra la punta e la lama) con una striscia di bambù, si passa la punta sopra un quadratino di hazuya incollato su un cuscinetto di carta a sua volta posto all'estremità di un apposito strumento di legno. L'aspetto finale del boshi è satinato e contrastante col resto della lama.


MIKAGI

La lucidatura completa le operazioni di politura; il mune e lo shinogiji (il dorso ed il piatto della lama) vengono lucidate con i mikagi-bo, piccole aste di acciaio durissimo che, sfregate velocemente sull'acciaio, ne compattano la superficie rendendola lucida e riflettente.

In ogni caso, ogni lama richiede pietre adatte alla propria peculiare costituzione, per il cui il togishi dovrà disporre di un'ampia gamma di materiali al fine di esaltare le caratteristiche di ciascuna spada, che avrà attentamente studiato prima di procedere alla politura.
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