The Traditional Making of Samurai Sword

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Aldebaran
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The Traditional Making of Samurai Sword

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Descrizione:
Le tecniche di forgiatura sviluppate dai fabbri giapponesi sono decisamente uniche. Infatti le caratteristiche distintive di queste spade sono la rigidità, l'infrangibilità e l'incredibile capacità di taglio.
Le parti più caratteristiche e distintive del processo di forgiatura posso essere schematizzate come segue:
1) La lavorazione di una parte esterna “kawagane”
2) La lavorazione di una parte interna “shingane”
3) Si avvolge il kawagane attorno allo shingane e si continua ad arroventare e battere il tutto, creando una lunga barra d'acciaio rettangolare.
In seguito si taglia un pezzo triangolare per formare il “kissaki”, la punta della spada.
Continuando il lavoro il fabbro ne assottiglia un lato formando il tagliente, imprime la forma e la curvatura alla lama
Infine, il fabbro dà gli ultimi ritocchi al “nagako” la parte finale non lavorata della lama, quella che va ad incastrarsi nell'impugnatura “tsuka”, realizzando il “mekugi ana” il buco che permette di fissare il nagako alla tsuka e firmando la sua opera.
Eventualmente realizzerà anche un “horimono”, un'incisione apposta sulla lama e raffigurante vari tipi di soggetti.
Prima della tempra la lama viene coperta con una mistura di argilla e cenere di carbone chiamata “yakibatsuchi”. Questa mistura viene poi rimossa parzialmente seguendo il profilo desiderato e la lama viene messa nella fornace, la mistura formerà il disegno dell' “hamon”, il profilo visibile del tagliente che spesso permette l'identificazione del fabbro.
A questo punto il compito del fabbro finisce, e si passa alle operazioni di politura che si effettua in due fasi: “shitajitogi” e “shiagetogi”.

(SHITAJITOGI) Il politore “togishi” lavora con una serie di pietre naturali con un vario potere abrasivo; si tratta di un'operazione che deve rispettare ed esaltare le geometrie della lama.
La lama viene passata sulla pietra fissa, con diverse incidenze di angolatura; ogni pietra successiva cancella le tracce lasciate dalla precedente.
In seguito si passa alla pietra nagura, sulla quale la lama viene passata in senso longitudinale e con un movimento leggermente oscillatorio, che rende visibile il profilo dell'hamon. Infine si arriva alla pietra uchigumori, che serve ad evidenziare i particolari di forgia dell'acciaio.

(SHIAGETOGI) In questa fase della politura si usano pietre abrasive sempre più fini e passate sulla lama tenuta fissa, contrariamente alla procedura precedente. Si comincia con la hazuya che viene passata sulla lama insieme ad una pasta lubrificante “tojiru” costituita da una poltiglia di acqua e polvere, durante questa procedura il “boshi” (la punta della lama) non viene toccato. Segue la politura del “ji”, su tutta la lama (sempre ad eccezione della punta) viene ora passato il “nugui” una sospensione in olio vegetale di ossido di ferro (ogni politore ha una propria ricetta di nugui). Per ultima si polisce la punta isolando il resto della lama coprendola con tessuto di cotone e delimitando lo “yokote” (spigolo di separazione tra la punta e la lama)

(MIKAGI) La lucidatura completa le operazioni di politura; il “mune” e lo “shinogiji” (il dorso ed il piatto della lama) vengono lucidate con i “mikagi-bo”, piccole aste di acciaio durissimo che, sfregate sull’ acciaio, ne compattano la superficie rendendola lucida e riflettente.
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