Il cassetto di Paolo Malinverno

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Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

2815928158
Ed ecco come è stato riciclato il manico del 33: un rasoio LOTUS inviatomi dal venditore per compensare il ritardo di spedizione del 33; con un sorriso triste che è costato 1,5mm di lama ( che in origine era almeno 20mm) nonchè varie ore di asportazione materiale, e un manico rotto da cui ho salvato le rondellotte.... . Molto particolare il codolo, largo e decorato a losanghe. Un bel francese molto "corposo" che spero si comporterà bene anche nei fatti....... .
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paciccio
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da paciccio »

molto particolare la lavorazione, sembra anche un rasoio pesante
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Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Bè, siamo sui 54 gr contro, ad esempio, i 64 del Filarmonica. Mediamente pesante direi, però dobbiamo calcolare che manca almeno 1mm e mezzo di lama....
Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Comunque nelle mega-guancette del 33 c'è stato di misura!
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

28246
P.Waldmin KSSS.....anche se trattasi di tedescotto, come non apprezzare la linea slanciata, con spalla arretrata e....... misure da mercato svedese. Insomma, shoulderless e assimilati mi piacciono proprio. Poi vedremo cosa sarà in grado di dare, una volta affilato; speriamo si comporti meglio del Tuckmar che si ostina a tagliare solo su 3 mm di lama più o meno al centro......eppure non sembra sorridere poi tanto!
Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

28304
MK 133 near NOS, la famiglia cresce...... . Dopo lunga trattativa è volato dalla fredda Svezia al caldo nostrano.
Viaggiatore instancabile, è già in partenza per Roma assieme al 33 e alle guancette che loro competono, per essere entrambi affidati alle mani ( d'oro!) di Altus che provvederà a montare guancette e quant'altro con la nota maestria.
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befaleg
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da befaleg »

Caspita Paolo Bellissimo !! ... ma non ti fermi nemmeno ad agosto hahaha
Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Bè, veramente l'avevo preso ai primi di Luglio, poi sono andato in vacanza e così l'ho trovato ad aspettarmi all'ufficio postale.......ancora qualche giorno e l'avrebbero rimandato indietro! Lo userò a Settembre.
Come va l'Heljestrand? Sempre soddisfatto?
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befaleg
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da befaleg »

Benissimo sono veramente soddisfatto.
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Bene,bene. Adesso fai tesoro dei consigli di Ura per mantenerlo affilato con la coramella, prima di ridarlo in pasto alle pietre...... ah,ah,ah!
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

28346
Intrigante questo "proto"Bengall , probabilmente databile ai primi anni del XIX secolo, dalle multiple personalità: scovato in Svezia, porta l' albionico marchio Bengall ( anche se inusitatamente scomposto su due piani) e sul codolo compare un bel "acier fondu"...... . Allora, tralasciando la fredda patria adottiva, perché un marchio inglese porta impressa una dicitura "propagandistica" in francese?
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altus
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da altus »

Luke Cadman in Surrey St Factory produceva i "Bengall" e David Cadman a Longfton-Lane i "Bengal"
Lo stesso nome fu anche usato da altri:
Rasoi Bengall (con 2 "L") furono prodotti da una ditta svedese: A.-Bol. Borlänge Maskinaffär
Rasoi Bengal (con 1 "L") furono prodotti da una ditta tedesca: Voos & Essers KG a Solingen
"Le voyage est court. Essayons de le faire en premiére classe." (Noiret)
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Grazie per le informazioni, sempre dettagliate; devo quindi presumere che questo sia stato prodotto dalla ditta Borlänge M..., ma.....la scritta in francese?
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altus
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da altus »

E se fosse un "falso" Bengall? Le falsificazioni c'erano anche allora...
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Mi suonerebbe strano: a differenza dei paesi "mediterranei" impregnati di cattolicesimo, dove chiunque poteva comportarsi da furfante per tutta la vita e "affidarsi" all'ultimo momento alle "larghe" braccia della Chiesa per salvarsi ( specie se all' "affidamento" accompagnava una..... donazione), i paesi nordici hanno elaborato molto profondamente gli insegnamenti di Calvino: la tua salvezza dipende dal tuo comportamento nel corso della vita, quindi vedi di comportarti secondo giustizia, giorno dopo giorno........ . Non me lo vedo uno svedese dei primi '800 intento a martellare su una lama anonima le lettere B,e,n,g,a,l,l, sapendo di compiere un falso....... .
Poi, può anche darsi che mi sbagli......... .
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altus
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da altus »

Nella storia di Sheffield ci sono spesso cause per contraffazione (uno dei marchi più contraffatti nella prima metà dell'800 è John Barber, nella seconda metà George Butler per citarne solo due).
E se questo fosse un rasoio francese che sfrutta il marchio di Cadman? Nulla prova che sia di origine svedese. Io ho degli Sheffield della prima metà '800 acquistati tempo fa in Svezia e Finlandia....

Inoltre i "Bengall svedesi" dovrebbero essere molto più tardi di questo, verso la fine del XIX.

Altra ipotesi: un Bengall inglese fatto per il mercato francese dove "cast steel" aveva poco significato, mentre "acier fondu" era comprensibile.....
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Concordo sul fatto che entrambe le ipotesi siano plausibili......la seconda in particolare ( rafforzerebbe, tranquillizzandolo, il mio ego......ah,ah,ah!). Un'ultima domanda: la scritta BEN/GALL scomposta su due piani, è usuale in quell'epoca?
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

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Un rasoio insolito; già il nome: Bartputzer.....il database del forum non lo contempla, Google è molto vaga.
Poi l'acciaio rinomato: Kaiser Ellison.....
E infine la lama: se un rasoio merita il nome di "false frameback" ( o "faux frameback" come inspiegabilmente è spesso definito) è questo: la lama è assolutamente piatta a partire dalla "costolatura" ( si dice così?) del dorso, in vista frontale si direbbe "a becco di colibrì", vedasi la terza foto.
Qualcuno sa qualcosa di più?
Ultima modifica di Paolo Malinverno il 16/08/2015, 20:52, modificato 1 volta in totale.
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altus
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da altus »

altus ha scritto:Nella storia di Sheffield ci sono spesso cause per contraffazione (uno dei marchi più contraffatti nella prima metà dell'800 è John Barber, nella seconda metà George Butler per citarne solo due).
E se questo fosse un rasoio francese che sfrutta il marchio di Cadman? Nulla prova che sia di origine svedese. Io ho degli Sheffield della prima metà '800 acquistati tempo fa in Svezia e Finlandia....

Inoltre i "Bengall svedesi" dovrebbero essere molto più tardi di questo, verso la fine del XIX.

Altra ipotesi: un Bengall inglese fatto per il mercato francese dove "cast steel" aveva poco significato, mentre "acier fondu" era comprensibile.....
Da ulteriori ricerche: in inghilterre fu usato a volte il punzone Acier Fondu per motivi commerciali

"The Sheffield cutlers didn’t like Huntsman’s steel (il cast steel) and only began using it decades after he started selling it. Most of his product went to France. Enough so that English razors were stamped Acier Fondu — molten steel — to compete with imported razors. (by Zak Jarvis)"

Ai coltellinai di Sheffield non piacque l'acciaio di Huntsman e si cominciò ad usarlo decadi dopo che lui aveva iniziato a venderlo. La maggior parte del suo prodotto andò in Francia. In quantità sufficiente a far sì che rasoi inglesi furono punzonati Acier Fondu (acciaio da crogiolo) per competere con i rasoi importati.
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Alessandro, sei una fonte infinita di informazioni...... pervicacia e conoscenza di molteplici fonti....... .
Adesso devi misurarti col Bartputzer ! ah,ah,ah!
Grazie ancora
Paolo
Ultima modifica di Paolo Malinverno il 16/08/2015, 20:52, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Alexandros »

Il rasoio Bartputzer dovrebbe essere stato prodotto da Tuckmar come il più conosciuto" modell 30 " da 6/8..mi è (scappato in un paio di occasioni) :
http://www.google.it/imgres?imgurl=http ... FAodtmEFFA" onclick="window.open(this.href);return false;

La particolarità di questa lama è nel metodo di fabbricazione :essendo un pezzo unico con molatura fax frameback sono state usate le mole in orizzontale per tutta la lu ghezzi della lama al posto delle classiche verticali contrapposte.
The fabrication of this razor is completely different. In this case the blank has passed between two grinding wheels that are spinning in the horizontal plane, which have hollowed out the razor with the path of the grinding running from toe to heel of the razor. Although there is a very slight curve in the back of the razor, the grind path, itself, is essentially a straight line. My understanding of manufacturing processes tells me that this method of grinding would have enabled the factory to turn these out more quickly than would be the case for a razor blank being ground in the traditional manner.
Quando posso, al soffitto di una stanza preferisco un tetto di stelle.
Larry Yuma
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

@Alexandros
Cavoli, se non l'avessi scritto tu, e di conseguenza io non avessi fatto ricorso ad una lente 30x, non avrei mai scoperto che la parte bassa della "p" era quasi scomparsa ( non so se per usura o difetto di pressione iniziale) dando la netta sensazione che la lettera in questione fosse una "n"........
E' proprio un Bartputzer 1927 ma non ci sono tracce di "Tuckmar" sul manico ( anche se non sembra rimanicato...).
Grazie mille per l'informazione, un altro pozzo di sapienza......pogonotomica.
Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

28616
Un altro vecchierello della prima metà '800, probabilmente. Scarne le indicazioni: una scritta "Nayler" e basta. Il trattino mediano della "E" non è quasi più visibile.
Richard Nayler fu un fabbricante di rasoi a Sheffield, presso la cui bottega fece, per ben 7 anni, apprendistato, Samuel Butcher....si proprio quello dei Wade & Butcher; prima di associarsi cominciò a fare rasoi col fratello William, "W.&S. Butcher".
Inglese quindi, codolo cortissimo e all'insù, piacevoli guancette squadrate in corno biondo, e la sezione dell'impugnatura insolitamente a "botte" ( appena accennata....).
Ultima modifica di Paolo Malinverno il 18/08/2015, 20:45, modificato 1 volta in totale.
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Gene
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Gene »

Davvero molto bello , complimenti !
Paolo Malinverno
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Re: Il cassetto di Paolo Malinverno

Messaggio da Paolo Malinverno »

Grazie Gene,
quando mi capita di vedere un "codolino" che riporta quasi sempre ai primi'800 se non alla fine '700, cerco sempre di portarlo a casa, cercando di preservare un pezzettino della storia del rasoio moderno; poi mi ingegno a rimetterlo in sesto facendo tesoro dei consigli di Altus, maestro nel restauro di rasoi e affini.....
Mi è ancora difficile affilarli al meglio, data la geometria "fantasiosa" delle lame affilate e affilate....... . Forse, col tempo......... .
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