[Tutorial] Rischio infettivo e disinfezione

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Dr. Joska
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[Tutorial] Rischio infettivo e disinfezione

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Rischio infettivo e disinfezione
a cura di Joska



Premessa:
Ciò che vado a scrivere è frutto dei miei studi dell'arte lunga, sono uno studente del corso di laurea in medicina e chirurgia. Decida il lettore se ritenere attendibile ciò che scrivo o meno.


Premessa seconda, per entrare in argomento:
Avere una condizione di assoluta sterilità sia di un oggetto che di un ambiente è assolutamente impossibile. Oltre che perfettamente inutile nella pratica quotidiana.
Inoltre, per aversi una malattia in seguito a una infezione bisogna che alcuni requisiti vengano soddisfatti, e tali sono suddivisi in fattori inerenti il patogeno e fattori inerenti l'ospite. Ogni patogeno ha le sue vie di trasmissione preferite, una sua virulenza e la carica infettante può essere più o meno grande a seconda del caso. A sua volta l'ospite può essere più o meno recettivo verso un determinato patogeno in assoluto, relativamente a un periodo specifico o a determinate malattie.
Calando quanto detto nell'area del nostro interesse, chi si rade è esposto al contagio da parte di determinati patogeni selezionati dalla via di penetrazione possibile (attraverso la cute), dall'uso che si fa dello strumento (radersi) e, non meno importante, dal terreno di coltura che è il nostro rasoio (che per un microbo è come il deserto del gobi).
Pertanto la trattazione che segue è valida per situazioni "normali", cioè con un ospite immunocompetente, un rasoio pulito (senza residui organici potenzialmente infetti), usato in maniera consona (quindi esclusi sono coloro che usano un rasoio per una appendicectomia o per la toeletta dei propri piedi :-D).

Alla luce di quanto scritto prima i rischi che si corrono usando un rasoio vintage, nuovo, NOS sono molto bassi, molto più bassi di quelli che si corrono pelando le patate o cogliendo una rosa (fanno eccezione i DE che in quanto intrinsecamente malvagi possono condurre a gravi malattie, inspiegabili per la scienza :-P). Anche se i precedenti sembrano degli esempi inutili, non li ho fatti a caso. Un coltello presenta una lama irregolare con anfratti, dentellature e viene usato per tagliare il cibo, terreno di coltura per definizione, un rasoio è liscio, regolare e viene usato sulla nostra faccia, può accogliere sangue, ma viene pulito (spero) dopo ogni uso e non c'è il rischio che un residuo organico vada a infilarsi in mezzo a due dentelli. La puntura di una spina di rosa può essere profonda e non sanguina quasi per niente, il taglio della lama di un rasoio è superficiale e sanguina moltissimo, se fosse un taglio particolarmente grave, quindi profondo, obbligherebbe chiunque a ricorrere a cure mediche, che includerebbero quasi sicuramente anche una copertura antitetanica e antibiotica.
Tuttavia, preferisco offrire una panoramica generale sulle varie creaturine che possono annidarsi sul nostro fedele amico, tanto per essere esaustivo:

-Virus: il mio prof di virologia non faceva altro che ripetere che i virus sono "parassiti endocellulari obbligati" il che vuol dire che hanno bisogno di cellule per moltiplicarsi e un virus che non si moltiplica è un virus morto. Per quello che ci interessa il rischio sussiste in caso di rasoio usato da persona infetta, che si sia tagliata e abbia depositato sangue sulla lama che non sia stato lavato via (o più realisticamente che si sia andato ad annidare in qualche anfratto microscopico del filo). Di questo gruppo di simpatici amici il più pericoloso è senza dubbio il virus dell'epatite B, l'unico, di quelli che ci interessano, in grado di resistere per più di qualche ora (al massimo due giorni). Riporto i dati che ho trovato in giro: tale virus resiste a 20° per sei mesi :shock: , a 60° per 4-6 ore, a 95° per 5 minuti. E' ucciso, oltre che dalle alte temperature, da quasi tutte le sostanze usate a scopo disinfettante, prime fra tutte quelle a base di cloro (amuchina, ad esempio), ma anche perossidi, alcoli ecc. Prima di saltare sulla sedia, riflettete su di un punto: quale è la probabilità che del sangue, infetto, conservato, vada a finire dentro una ferita nostra durante una rasatura, in quantità tali da dare infezione? Praticamente un rasoio, appena usato da un malato di epatite dovrebbe essere preso, impacchettato, spedito, arrivare al massimo in un giorno, sciacquato velocemente con acqua tiepida (e nient'altro) e usato senza passarlo su una pietra o scoramellarlo. Io credo che siamo comunque esposti a un rischio maggiore tutte le volte che andiamo dal barbiere o dal dentista. Fermo restando che dovremmo essere tutti (grandi e meno grandi) già vaccinati, in quanto la vaccinazione è obbligatoria.

-Batteri: sempre per il discorsco di cui sopra, l'acciaio non è un terreno di coltura. E inoltre moltissime specie sono già presenti sulla nostra cute o sulle superfici in generale, senza che questi determinino problemi seri nella pratica quotidiana. Eccezione alla regola: il clostridium tetani. Questo batterio, in ambiente aerobio, si chiude dentro una spora, quasi indistruttibile: resiste a temperature elevate, e a quasi tutti gli antibiotici e disinfettanti (tranne all'acqua ossigenata, ma questa non si può usare con l'acciaio carbonato). E' possibile eliminarlo con 20 minuti di autoclave (160°) o con un ora nel forno (calore secco, 200°). E per di più è ubiquitario, cioè sta ovunque. Com'è che non sono ancora morto? semplice, il batterio in se (e la spora) è praticamente innocuo, il problema è la tossina (la responsabile del tetano), prodotta solo dopo la germinazione della spora, la quale può avvenire solo in ambiente anaerobio. Pertanto un taglio dovrebbe essere così profondo da andare a depositare le spore in un qualche anfratto privo di ossigeno, senza contare il sangue copioso ch inevitabilmente sgorgherebbe da tale lesione (e comporterebbe il ricorso alle cure di cui ho parlato prima). Molto maggiore è il rischio di ammalarsi dopo essersi punti con una rosa, un ago o un chiodo. Anche in questo caso, comunque, il vaccino è obbligatorio già da molto tempo, anche se la copertura ad ogni richiamo è di 5 anni.

-Miceti: i funghi, nella maggioranza dei casi, sono caratterizzati dall'essere pericolosi solo in pazienti immunocompromessi, seppure siano una delle maggiori preoccupazioni nei pazienti affetti da AIDS, poco possono contro un ospite sano. Inoltre il rasoio che andiamo ad utilizzare, rigorosamente non lavato, deve provenire da qualcuno che abbia una bella micosi in faccia e abbia usato il rasoio prima di vendercelo.



Sterilizzazione e disinfezione (dallo sputo & strofino fino alla bomba H)

Qui scrivo le tecniche di asepsi e antisepsi di cui sono venuto a conoscenza durante i recenti studi dell'arte di Igea (Figlia di Esculapio, dea della prevenzione, da cui il nome Igiene, sorella di Panacea, colei che cura i mali, dea della terapia), li citerò tutti, anche quelli più esagerati, che trovo abbastanza divertenti (forse il mio senso dell'umorismo si è guastato in questi anni...)

Premessa (ma quanto è figo scrivere premesse):
La sterilizzazione è quella metodica che ha come scopo quello di eliminare tutti i microrganismi, patogeni e non (la bomba H è un ottimo sterilizzante) mentre la disinfezione ha lo scopo di eliminare i microbi patogeni o potenzialmente tali, di cui si teme o si presume la presenza in un substrato o ambiente, pertanto il disinfettante più adatto sarà scelto in base al patogeno nostro obiettivo, al costo, all'uso che si deve fare degli oggetti da disinfettare (questo sarà più chiaro in seguito)


Sterilizzazione

Calore: il calore è forse il metodo di sterilizzazione migliore in quanto è efficace contro tutto (credo che a 200° muoiano anche le pantegane), è facilmente accessibile e i tempi di azione richiesti sono ragionevolmente brevi. Il calore viene usato in due modi
-Calore secco: aria calda (fino a 200°), fiamma viva (incenerimento, flambaggio delle superfici). Data la scarsa penetrazione dell'aria calda e la possibilità di "santuari" vengono usate temperature più alte e tempi più lunghi rispetto al calore umido. Ad ogni modo anche le spore dei batteri termoresistenti (di cui non ce ne frega niente, ma sono le cose che più tenacemente resistono al calore) vengono eliminate in mezz'ora a 180°. Forse per un ML o un DE con parti plastiche non è il massimo...
-Calore umido: altrimenti noto come autoclave. Considerato che l'acqua bolle a 100°, il modo più facile per alzare tale temperatura è aumentare la pressione, ed è ciò che succede in un autoclave (ma anche in una pentola a pressione). Di solito si usano temperature intorno a 120° per 10 minuti, al massimo 134° e due atmosfere nel caso di carchi molto grossi in autoclavi capienti (il tempo e le temperature sono inferiori perchè il calore umido penetra meglio e raggiunge tutti gli anfratti microscopici). Di autoclavi ne esistono di tutti i tipi, a ciclo continuo, a parete singola, doppia ecc. Costi, a una rapida occhiata, dal migliaio di euri a salire. Anche qua per un rasoio forse non ci siamo...

Raggi infrarossi: in stufe a pressione normale o sotto vuoto, grande potere di penetrazione, tempi di azione piuttosto brevi. Non so altro a riguardo, ma credo si usi poco in generale

Raggi UV: a 2500 angstrom si ha il maggiore potere sterilizzante, azione rapidissima per degradazione degli acidi nucleici delle bestiole, ma penetrazione limitata alle superfici esposte. Si usano per la sterilizzazione di ambienti di grandi dimensioni, cabine ecc... Costi bassi (ricordo il mio ex barbiere che metteva i ferri in una teca a raggi uv "sterix" c'era scritto sul coperchio)

Raggi gamma: prodotti dalla sorgente cobalto 60 sono efficacissimi contro i mostri lanciati da Veg... scusate contro i microbi. Scherzi a parte, tali metodiche sono usate per la sterilizzazione di consumabili (siringhe, fili da sutura) già sigillati, e che per ovvi motivi non possono finire in autoclave

Ossido di etilene: per tutti i materiali che verrebbero alterati dalle temperature alte e che vanno sterilizzati in maniera accurata (tipo i cateteri, le sonde per ecografia trans esofagea ecc.). Viene fornito in bombole d'acciaio e diventa gassoso già a 10°. Ha una capacità di penetrazione estrema e niente gli resiste, tuttavia dopo l'uso lo strumentario deve essere aerato abbondantemente per favorire l'allontanamento del gas residuo in quanto può causare gravi complicanze, fino anche a emorragie importanti (alcuni materiali devono stare 15 giorni a "riposare" dopo il trattamento)

Gas plasma: questa si usa contro i meganoidi. Seriamente, si tratta del caro perossido di idrogeno sottoposto a campi magnetici feroci in modo da ottenerne la ionizzazione debole e diffusa (meglio nota come stato di plasma) e quindi radicali liberi. E' un metodo molto costoso, ma privo di svantaggi, non altera i materiali e non è pericoloso per gli operatori che hanno a che fare con questi macchinari (non c'è bisogno del "riposo" per rimuovere il gas)


Disinfezione

Si conoscono agenti fisici e chimici. I fisici sono molto poco usati se non in ambito domestico (la classica bollitura per 5 minuti, che, avvenendo a temperature più basse dell'autoclave e per tempi più brevi va qui considerata una metodica disinfettante e non sterilizzante).

Disinfettanti chimici o biocidi

In passato venivano usate delle sostanze come acidi forti o basi forti, che oggi trovano scarso impiego e solo in determinati ambienti rustici. Uso limitato hanno anche alcuni composti mercuriali o a base di sali d'argento. Quelli che più frequentemente vengono tirati in ballo appartengono alle seguenti famiglie:

Alogeni: famiglia molto varia, comprende composti a base di cloro, iodio, bromo. Il cloro viene usato sia come gas, sia come composto organico o inorganico (biossidi, cloramine, ipocloriti) un esempio lampante è l'amuchina a base di ipoclorito di sodio. Il cloro ha un ottimo potere disinfettante contro batteri e virus, con una spiccata propensione per i primi, contro i quali è efficace a concentrazioni basse e tempi molto ridotti. Leggermente più lunghi sono i tempi per i virus. Alcune cloramine sono in vendita sotto forma di compresse per la potabilizzazione delle acqua. Il cloro gassoso si usa per la disinfezione delle acque. Il cloro esplica la sua azione in quanto in acqua si trasforma in acido ipocloroso.
Lo iodio è invece in grado di agire già allo stadio molecolare. Il suo uso più comune è sotto forma di tintura di iodio (una soluzione alcolica) o di liquido di Lugol (iodio e ioduro di potassio in acqua), solo che in questi casi si può avere azione irritante sulle ferite, oltre che colorante sulla cute. Per ridurre questi effetti si usano detergenti sintetici coniugati con lo iodio per formare sostanze definite iodofori che se disperse nell'ambiente attraverso apparecchi atomizzatori consentono la disinfezione anche in presenza di individui senza arrecare danno o fastidio.
Il limite principale all'efficacia di tali composti a base di cloro o iodio è la loro efficacia solo contro i materiali proteici, i microbi che non devono la loro azione patogena a proteine di superficie (ad esempio le spore non vengono intaccate) resistono.

Alcoli: si usano l'alcol etilico e isopropilico, molto efficaci contro microrganismi cellulari in fase vegetativa, meno contro i virus. L'efficacia degli alcoli puri è quasi nulla, mentre massima è in diluizioni con acqua intorno al 60%. Alcol al 70% viene usato per la disinfezione di pelle e termometri.

Aldeidi: in passato si usava l'aldeide formica o formaldeide, sotto forma gassosa, per disinfettare grandi ambienti. Era necessaria una aerazione prolungata prima di riutilizzare i locali data l'azione irritante. Oggi le aldeidi sono usate in soluzioni saponose, come il lisoformio, per la pulizia dei pavimenti. Non ci sono note sull'efficacia relativa sui mirorganismi, ma a meno che voi non vogliate intingere il vostro rasoio nel Lysoform noncredo sia una mancanza.

Fenoli: il fenolo fu il primo disinfettante usato nella pratica chirurgica, ora abbandonato. Si usano composti di acido fenico con aggiunta di alcali o saponi, ovvero le creoline oppure fenoli alogenati con diversi elementi allo scopo di migliorarne l'efficacia su patogeni specifici (esaclorofene efficace contro gli streptococchi patogeni). Non è pertanto possibile parlare dell'attività dei fenoli in quanto varia grandemente nei vari composti.

Detergenti sintetici: se ne contemplano di non ionici, anionici, cationici e anfoteri. Gli anionici e i non ionici hanno scarso potere disinfettante ma spiccato potere schiumogeno e disinfettante (vengono usati nella produzione dei detersivi).
I cationici sono rappresentati dai composti dell'ammonio quaternario (Barbicide), e hanno spiccato potere contro i batteri Gram+, ridotto contro i Gram-, scarso e variabile contro i virus, nullo contro bacilli tubercolari e spore. Hanno l'interessante caratteristica di fissarsi alle superfici e formare una pellicola disinfettante che permane anche dopo il trattamento. Altro vantaggio è quello di essere inodori e insapori. La presenza di sostanze organiche o saponi può interferire con la loro azione battericida.
Gli anfoteri hanno ottimo potere detergente e potere disinfettante limitato a batteri Gram+ e Gram-, sono inefficaci contro virus, spore e miceti.

Clorexidina: ottimo contro batteri Gram+, Gram-ma inutile contro le spore (e penso, ma non ne sono sicuro, contro i virus). Si usa nella disinfezione delle mani e delle ferite considerato che composti proteici non ne alterano l'efficacia.

Perossido di idrogeno: questo composto non era contemplato fra gli argomenti trattati in igiene, pertanto ho dovuto fare ricerche collaterali, che però hanno sortito risultati lacunosi. Ad ogni modo è un ottimo disinfettante efficace su moltissimi batteri (tranne su quelli dotati di catalasi) e sulle spore di C. tetani. E' efficace anche su numerosi virus (anche se più preciso non so essere al momento). Una caratteristica che può ridurne l'utilità è la necessità di conservarlo in modo idoneo (pena la perdita dell'idrogeno in eccesso e la trasformazione in nientepopodimenoche acqua) e la possibilità di interazioni con aminoacidi ed enzimi che possono ridurne l'efficacia.

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Quali rischi per il mio rasoio possono derivare dall'utilizzo di questi metodi di disinfezione?

Calore: le temperature raggiungibili in una bollitura domestica, o anche in autoclave, non sono un problema per la tempra dei rasoi, nè per eventuali decorazioni acidate o placcature dorate presenti sulla lama.
Il calore può invece danneggiare gravemente molti dei materiali che costituiscono un manico: le plastiche, gli incollaggi, le resine utilizzate per la finitura, i legni, il corno.


Agenti chimici: è necessario evitare il contatto dell'acciaio dei rasoi con acidi e con agenti ossidanti, come acqua ossigenata e ipoclorito di sodio. Ovviamente eventuali danni dipenderanno dalla concentrazione dell'agente utilizzato e dal tempo di esposizione, ma prudenzialmente è bene utilizzare per la disinfezione solo chimici certamente sicuri, ad esempio il Barbecide, o l'alcool etilico.
Particolare cautela è necessaria anche nell'esporre ad agenti chimici le parti in materiale plastico. Ossidanti come l'acqua ossigenata o la candeggina potrebbero scolorire le plastiche, i solventi potrebbero danneggiarle gravemente.
La celloloide è parzialmente solubile nell'alcol etilico, non pulire i manici in celluloide con alcol per evitare di segnarli. La bachelite è più resistente e al contatto con l'alcol alla peggio può opacizzarsi leggermente in superficie perdendo la finitura lucida.

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Precisazioni ulteriori in particolare riguardo ai rischi connessi ai virus epatitici
a cura di Pippopelo


Avendo lavorato per anni in sala operatoria, volevo cimentarmi nel tutorial sulla disinfezione, ma il nostro solerte studente in medicina mi ha preceduto con esemplare efficacia e competenza. Leggetelo perchè la sua utilità va ben oltre il contesto rasatorio. Vorrei solo mettere a titolo di completamento un breve testo riassuntivo di carattere pratico che avevo già preparato.

1) La maggior parte dei germi (batteri e funghi) non costituisce nessun problema nel contesto della rasatura. Se al limite si dovesse venire infettati, ci sono gli antibiotici!! Il vero problema sono i virus, in particolare quelli delle epatiti: l'epatite B (HBV), l'epatite C (HCV), alcuni virus minori. Il virus dell'AIDS (HIV) non costituisce in realtà un grosso problema, nemmeno in sala operatoria, perchè muore facilmente anche lasciandolo all'aria per un certo tempo, e viene efficacemente eliminato da tutti i procedimenti standard di disinfezione e sterilizzazione. Basta usare l'ipoclorito di sodio (la comune candeggina) e il gioco è fatto. La vera bestia nera della disinfezione e sterilizzazione è il virus HCV, capace di resistere non solo nell'ambiente, ma anche a temperature altissime (180°) per tempi lunghi (fino ad oltre mezz'ora!), per cui va eliminato con metodi accurati e certificati (autoclavi a vapore, disinfettanti appositi, ecc.). Anche il virus dell'epatite B è molto resistente, ma esiste la vaccinazione (fatela!), che non c'è per la C.
A tale riguardo invito tutti i soci del forum a conoscere il proprio stato di infezione virale, facendosi fare periodicamente l'esame apposito di ricerca degli anticorpi: i virus delle epatiti sono molto diffusi in Italia, soprattutto al nord, dove in alcune zone risulta contagiato addirittura 1/4 degli adulti (anche se la situazione è in netto miglioramento grazie alle vaccinazioni obbligatorie e alle norme igieniche obbligatorie, introdotte dopo l'arrivo dell'AIDS, che è stato provvidenziale, perchè prima era tutto allo sbando, dentisti e barbieri compresi). Ricordo però che i suddetti virus NON SI TRASMETTONO PER CONTATTO CUTANEO SEMPLICE, MA DEVONO ESSERE INTRODOTTI NEL CIRCOLO SANGUIGNO IN MODO DIRETTO, per esempio attraverso un taglietto. Per quanto riguarda il contatto mucoso, non penso che qualcuno abbia l'abitudine di succhiarsi il rasoio!
2) I batteri, date le loro dimensioni, vengono asportati dalla semplice pulizia meccanica: sfregando il rasoio per pulirlo o scoramellandolo vengono via dal 70 al 90% dei germi. Se poi lo si lava o lo si disinfetta con un qualsiasi disinfettante cutaneo il gioco è fatto. La superficie liscia dell'acciaio è infatti quanto di più ostico esista per la sopravvivenza dei germi.
3) Il vero problema, come ho già detto sono i virus. Il sala operatoria sono stati eliminati tutti ferri taglienti non monouso (aghi e bisturi) perchè il loro filo non può essere perfettamente liscio e nelle microcavità dell'acciaio (che per loro sono...caverne) i virus possono sopravvivere, anche in autoclave, perchè vengono protetti dall'azione disgregatrice del vapore. Per questo motivo le lame e gli aghi (che un tempo venivano affilati da solerti infermieri su microscopiche pietre belghe) sono tutti monouso. Per lo stesso motivo ai barbieri si impone il cambio della lametta, non l'uso di rasoi sterilizzabili, in quanto l'uso delle autoclavi è costoso, pericoloso e richiede personale addestrato.
In sostanza cosa fare?
A- Ovviamente NON SCAMBIARSI il rasoio. Chi ha infezioni epatitiche (soprattutto l'epatite C) non deve condividere nessun ferro tagliente che venga a contatto con il proprio sangue, ed essere in questo MOLTO RIGOROSO soprattutto in famiglia.
B- Se si viene in possesso di un rasoio sconosciuto basta lavarlo e asciugarlo, passarlo in un disinfettante (anche la semplice candeggina) e soprattutto RIAFFILARLO, in modo da eliminare del tutto la vecchia superficie di taglio. State tranquilli che questo è più che sufficiente a tutelarsi da ogni rischio statisticamente significativo. Spero che siate convinti che l'unico ambiente sicuro al cento per cento è la bara. Per i rasoi DE e gli shavette, che non hanno superfici taglienti, il problema non si pone nemmeno.

Esistono anche soluzioni sterilizzanti a freddo di efficacia garantita, ma il loro costo è elevato e non sono esenti da rischi per la salute , soprattutto quelle molto efficaci (occorre un patentino!). Piuttosto potrebbero essere utili soluzioni di pulizia a base di enzimi, magari abbinate a piccole lavatrici a ultrasuoni (ne esistono di piccole per la pulizia degli occhiali o di piccoli strumenti) ma questo vale solo per chi tratta grandi quantità di rasoi usati o per qualche maniaco del rasoio iperpulito.
In conclusione, non esitono grossi rischi infettivi con i rasoi, se si eccettua il solo caso del passaggio diretto di un rasoio usato non ripulito da un'utente all'altro, magari a breve termine. Ma i procedimenti di sicurezza sono semplici e ovvi: lavare, asciugare, disinfettare, riaffilare.

Piuttosto, qualche problema in più si può avere con i PENNELLI, anch'essi capaci di infettarsi passando sulle piccole ferite della rasatura. Essendo composti di peli animali sono molto difficili da sterilizzare. Nelle sale operatorie tutto i materiale fibroso (tessile) a diretto contatto con il paziente è ormai monouso, compresi i camici dei chirurghi, proprio per la difficoltà di sterilizzare le fibre con efficacia e a basso costo. Io eviterei di condividere lo stesso pennello con altre persone e non riutilizzerei pennelli vecchi, anche se le possibilità di infezione sono minime, ma COMUNQUE SUPERIORI a quelle delle lame e degli oggetti metallici in genere. Senza contare che il pelo verrebbe danneggiato dal contatto con disinfettanti e sterilizzanti energici, la cui azione è sempre di denaturare le proteine.


andrea ha scritto:x pippopelo
ma i virus dell'epatite, quanto tempo possono resistere su un oggetto metallico come la lama di un rasoio?
Non esiste unanimità: da qualche ora a molto tempo, anche mesi o anni, se il virus è riparato dentro una microcavità dell'acciaio. (parlo del solito virus HCV e in misura minore dell'HBV).
Sicuramente con un rasoio della prima metà del secolo XX non corri rischi.
Tieni poi presente che difficilmente un singolo virus, sempre che riesca a penetrarti nel sangue, può infettarti: si parla sempre di un certo numero di virus, detto "carica virale".
Comunque riaffilando la lama i problemi scompaiono.

Si sono trovati oggetti ben più pericolosi dei rasoi, ad esempio i denti dei pettini e delle spazzole, che si caricano di microquantità di sangue passando sulle microlesioni del cuoio capelluto (pensa all'adolescente foruncoloso), e poi, magari dopo pochi minuti, senza alcuna pulizia, vengono passati sulla testa di un'altro utente.
Comunque, anche in questo caso, il rischio infettivo è molto basso.
Penso che un rasoio ben ripulito non sia più pericoloso di una posata metallica di un ristorante.
PS Pensa alle siringhe in vetro, che venivano bollite (qualcuno lo fa ancora) e usate per tutta la famiglia, o per tutto il vicinato, o per tutto il paese se il propietario era un medico di base. Li si che si sono fatti i danni grossi!

Mi permetto solo di far notare che non esistono studi validati sui rischi infettivi dei rasoi ML, quindi tutto quello che vien detto è un'inferenza per analogia con le lame chirurgiche, non una certezza assoluta! Si parla sempre di basso rischio infettivo, non di rischio assente!! Questo sia chiaro a chiunque legge. Ma penso che chi legge l'abbia già capito da se. Un ferro chirurgico è, o dovrebbe essere, un oggetto di eccellenza, che rispetta parametri rigorosi, mentre un vecchio rasoio non è paragonabile ad altri in uno studio.
Comunque la cosa più importante del mio intervento ritengo sia la sensibilizzazione della persone sul problema delle epatiti, un fatto grosso, con molte morti evitabili, soprattutto per l'epatite C. Magari qualcuno, partendo dal problema della disinfezione del rasoio, si motiva per farsi controllare, e si salva la vita, o la salva a qualche suo familiare. Sai come vanno queste cose...si tace per non portare sfiga, e tacendo si fa danno.
Standing on the Shoulders of Giants
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