Cuoietto , paste abrasive e coramelle nel passato

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Gene
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Cuoietto , paste abrasive e coramelle nel passato

Messaggio da Gene »

Questo dizionario ha dei punti molto interessanti per quanto riguarda le coramelle e gli abrasivi utilizzati all'epoca .
Da notare la composizione della pasta abrasiva e una datazione (anche se) grossolana della nascita della coramella a telaio oltre che alla particolare coramella convessa ( qui un esempio http://ilrasoio.com/viewtopic.php?f=12& ... osi#p16787) e meccanica (http://ilrasoio.com/viewtopic.php?f=12& ... osi#p15520, nel dizionario non sono presenti le figure )


Nuovo dizionario universale tecologico di arti e di mestieri e della economia industriale e commerciante COMPILATO DAI SIGNORI
LENORMAND , PAYEN , MOLARD JEUNE , LADCIER , 1838
FRANCOEUR, ROBIQUET, DUFRESNOY, ec. ec. https://books.google.it/books?id=RyUJAA ... io&f=false
( la lingua utilizzata è arcaica , ma non ne pregiudica la comprensione)

CUOIETTO pei rasoi. Tutto giorno vedonsi sorgere nuove invenzioni di cuoietti per dare il filo ai rasoi i quali tutti pretendonsi dai loro inventori es sere a flutto diversi da quelli che prima si usarono e loro assai superiori di qualità. Vasto campo pei cerretani di fare bottino sulla inscienza e credulità delle genti. Noi già indicammo nel Dizionario alcune delle sostanze adoperate più generalmente per intonacare i cuoietti ediem mo alcune avvertenze sul modo di adoperarle per dare il filo ai rasoi. Daremo qui alcune altre composizioni ed alcune maniere di fare e disporre i cuoietti. Per dare ai rasoi un filo migliore quello che si ottiene sulla cote o col brunitoio troviamo suggerita una polvere composta di limatura d' acciaio fuso, sciolta nell'acqua forte, arroventata in un crogiuolo e macinata per ridurla in polvere. Prendesi un pezzo di cuoio ordinario, se lo mette ad inzuppare nell' a equa tiepida e vi si sparge sopra la pol vere anzidetta senza verun miscuglio di olio né di grasso. Merimée dice aver trovato che nessuna sostanza produce un effetto sì buono quanto un tritossido di ferro cristallizzato che i mineralogisti chiamano ferro oìlgisto speculare e che si prepara come segue. Prendonsi parti ugnali di solfato di ferro e di idroclorato di soda ; macinatisi leggermente insieme per mescolarle e se ne riempie un crogiuolo che si fa arroventare, nella quale operazione, si svolgono molti vapori e la materia somiglia ad un metallo in fusione. Allorché non sollevatisi più vapori si ritrae il crogiuolo e lasciasi raffreddare. Ritrovasi allora una materia salina d'un bruno violastro coperto di pagliette brillantissime e affatto simili al ferro speculare. Questa massa sciogliesi interamente nell' acqua, se la lava per levarne i sali e separarne una porzione più o meno grande d'ossido non cristallizzato il quale a cagione della sua maggior leggerezza rimane so speso nell'acqua, mentrechè le pagliette micacee sono le prime a cadere al fondo. Queste ultime soltanto adoperami pei rasoi, l' altra porzione dà un eccellente rosso da pulire. Non occorre né un fuoco troppo violento , né troppo continuato, imperocché allora la polvere riesce nera, estremamente dura e non dà un buon effetto ; essa è tanto migliore quanto più si avvicina al colore della Venturina violetta. Questa polvere non dee mescersi con alcuna grascia, stendesi dapprima un leggero strato di grascia sul cuoio ; poi vi si sparge sopra la polvere facendovela aderire da per tutto ugualmente strofinandola colle dita. Finalmente venne pure suggerita pei cuoietti la composizione seguente. Prendesi della grascia di maiale e se la mesce col doppio del suo peso d' olio d' uliva fino; aggiugnesi dell' oricello che si fa bollire coll' anzidetto miscuglio ponendone tale quantità da ottenere una tinta rosea; si forma poscia una pasta liquida mediante conchiglie ridotte in pasta finissima ; finalmente si dà un grato odore al tutto con un poca di essenza di bergamotto. Mescesi bene ogni cosa e la sciasi per un quarto d'ora al fuoco. Spesse volte i cuoietti che trovatisi nel commercio anziché d' una coreggia di cuoio sono semplicemente formati di strisce di cartone, preparate con sostanze analoghe a quelle adoperate per il cuoio. Mettonsi, per esempio, sopra una stessa assicella, da una parte un cartone nella cui pasta siasi posto dello smeriglio e dall'altra un altro cartone della cui composizione fa parte del rosso da pulire. Questi cartoni prima d' incollarsi sopra l'assicella tuffarsi nel sevo fuso, passatisi pei laminatoio, poi si drizzano in maniera che presentino una superficie ben piana. | Oltre al variarsi le composizioni e gli intonachi dei cuoietti modificarono pur anco le loro disposizioni, a fine di produrre un effetto migliore o di supplire all' inesperienza di quello che dee servirsene. A questo ultimo effetto, può, per esempio, giovare, il disporre V assicella che porta il cuoietto inclinata o sopra due pernii a quella guisa che suggerimmo all' articolo affilatoio di questo Supplimento per le pietre da affilare. Heim per serbare ai rasoi la finezza del loro taglio, ed anche per aumentarla ed evitare per quanto è possibile il bisogno di passarli sulla pietra e sul la ruota, fissò un cuoio grasso stropicciato con ardesia in polvere sopra una lama di legno sottile e flessibile, la quale, mediante una vite si curva ed acquista una forma convessa che rendesi quanto più si vuole somigliante a quella della rota che ha incavato la lamina del rasoio. Passasi la lamina su questa superficie curva non già facendola muovere, come al solito, nella direzione di una X, ma tenendola sempre quasi perpendicolare e tangente al piano della curva; ne segue che il taglio invece di essere rotondato viene reso sempre più fino. Gillet de Laumont aveva avuta la stessa idea pei coltelli, facendo tagliare un pezzo di legno tenero in guisa che riuscisse convesso da un lato per giugnere alla parte incavata della lama e concavo dall'altro per levare il filo morto e passarvi le lame rotondate. Non pensò egli però di applicare questo metodo ai cuoi a rasoio come fece Heim ; ma diceva che credeva utilissimo di impiegare questa curvatura per le stesse pietre da rasoi, tagliandole però sempre meno convesse del le rote che incavarono i rasoi. Lo stessi Gillet de Laumont avvisa inoltre che nei cuoietli a curve cangianti dell'Heini, che, al dire di esso medesimo, sono rozzamente costruiti, non è da apprezzarsi che la buona idea dell'autore, e che si dee servirse ne subito dopo avere passato il rasoio sul la pietra ; e che se fosse d'uopo farlo dopo che se lo avesse passalo più volte sopra cuoietti comuni, converrebbe, per ottenerne buon effetto , aspettare che lo smussamento del taglio prodotto da questi primi cuoietti fosse tolto; alla quinta o sesta volta soltanto che adoperansi questi cuoietti per lo stesso rasoio se ne conosce la grande superiorità. Un' altra disposizione dei cuoietti oggidì molto usata, tuttoché si fondi su principii diversi dalla precedente, si è quella di due larghe coreggie di cuoio fissate sopra due grossi pezzi di legno posti alle loro cime che le tengono al quanto distanti l'una dall'altra. Una lunga asta di ferro passa frammezzo a questi legni fra le due coreggie, girando li beramente in un foro fatto nell' uno dei legni, ma senza poterne uscire ed attraversando nell'altro una madrevite. Si ve de che girando questa vite in un verso o nell'altro i cuoi si allentano o si ten dono più o meno. Due guide laterali impediscono che succeda vermi torci mento. Immagiuossi pure di tener fermi i rasoi mediante una pinzetta o specie di piccola morsa nella posizione più favorevole, e di farvi scorrere sopra il cuoietto preparato convenientemente ed incollato so praun cilindro di legno o disposto fra due cilindri a guisa di coreggia eterna, e posto in moto girando un manubrio. In tal maniera, quando la pinzetta che dee tenere il rasoio sia regolata nella forma che si conviene alla figura di questo, il più rozzo può facilmente affilarlo, non occor rendo più che di girare il manubrio. Finalmente Luigi Mallet di Parigi imaginò una disposizione di cuoietto a due cilindri che ricorda quella dell'affilatoio pei coltelli (V. questa parola). Lo si vede disegnato nelle fig. i , a e 5 della
Tav. XVIII della Tecnologia. La fig. i mostra un'alzata laterale di questo utensile, quella 3 la pianta o lo strumento veduto per di sopra e la 3 rappresenta l' utensile veduto dalla cima dove è il manubrio. a, b Sono due cilindri di rame che fan no molla a spira, o di legno coperti di cuoio e spinti V uno contro 1' altro da molle che poggiano sui loro assi ; adoperasi T uno o P altro di questi cilindri secondo la forma del taglio che vuoisi ottenere; vengono dessi posti in moto dal manubrio e che adattasi sull'una o sull'altra cima degli assi dei cilindri. Questi cilindri si possono anche fare di qualsiasi metallo o di pietra da affilare ; il cuoio onde si coprono intonacasi di smeriglio o di stagno calcinalo e di grascia, secon do che si vuole che siano più o meno attivi. Ciascun cilindro tiene alla cima una ruota dentata, che ingranisce con quella dell'altro, sicché girano contempo raneamente ed in verso opposto. d (fig. i e a) E un sostegno fissato ad una delle cime dei cilindri in faccia alla loro linea di contatto; se lo vede a parte di faccia nella fig. 4 e di profilo nell'al tra 5 ; tiene una fenditura triangolare e. J Altro sostegno a due squadre che vedesi di faccia a parte nella fig. 6 e di profilo nella fig. 7; alla parte superiore termina con una forchetta, come si vede nella fig. 2. g Assicella di legno che serve di base e nella quale sono fissati con viti i sostegni dei due cilindri e quelli d,f. I rasoi che si vogliono affilare mettonsi fra i sostegni d, J i quali si possono alzare ed abbassare con viti di richia mo per fissarli all'altezza che si con viene. Questo strumento collocasi in mia cassettina grande abbastanza per conte nere anche i rasoi e la composizione da Cuoio darsi ai cilindri. Agiscono questi da ambe le parti della lama del rasoio che è immobile. (Merimèe - Heim- Finot- Luigi Mallet—G.**M.)


Altro estratto dal Nuovo dizionario universale tecnologico o di arti e mestieri e della economia industriale e commerciante V
1832

CUOIETTO. Pezzuolo di cuoio che s’ adopera per varii usi. “ Cuora‘rro per dare il filo ai rasoi. È un pezzo di legno su cui si è incollata una striscia di pelle di bufolo concia con i’ olio, con la carne al di fuori. Visi pas sa sopra una pomata dura cui si è unito polvere di smeriglio, limatura d'acciaio , stagno calcinato, o rosso d" Inghilterra, quando si vuole che il cuoietto agisca molto sulla lama; oppure quando si a dopera solo per torvi il fil morto, si unìsce soltanto alla pomata dell’ ardesia ridotta in polvere impalpabile. Ad oggetto di far penetrar lo pomata ben addentro nel cuoio , lo si strofina a lungo col fondo d’ un cucchiaio di stagno fino: i cuoietti cosi preparati sono i migliori. Pradier ne fa di eccellenti con meto di suoi particolari, e che tiene secreti. D’ ordinario'incollasi un cuoio da cia scun lato dell’ assicella; l’ uno è ruvido, l’altro dolce. Si passa il rasoio sul pri mo, e poscia sul secondo. Oltre alle regole che abbiamo indicato per ben affilare un rasoio sul cuoict n ‘ Cuoutz“ro te, I’ esperienza insegnò che si può tran re il più gran profitto dal rasoio, e dar gli il miglior taglio che esso aver possa , seguendo il metodo che ora indiche remo. ’ Passando un rasoio sulla pietra o sul cuoietto ,‘formasi sempre un fil morto il quale, per. quanto sia leggero, nuoce pe rò sempre al suo taglio che trovasi piegato dal lato opposto della, pelle contro la quale opera il rasoio. Di latto,se pou gasi attenzione'a ciò che succede nell’atto di ripassare il rasoio sul cuoietto, si Vedrà che il fil morto è rispiuto Verso la superficie della lama che non tocca il cuoio, per modo che se si finisse questa operazione senza riflettervi, e che l‘ultimo passaggio sia dato sul cuoietto allon tanandosi dalla mano che il tiene, o riavvicinandovisi , ne verrà che nel primo caso, se chi se ne serve adopera la mano destra, il rasoio per quanto sia buono gli riuscirà cattivo; nello stesso caso un mancino lo troverà eccellente. Nel secon do caso accaderà l’opposto. La cosa spie gasi facilmente.Nel primo caso il marrit to applicasi- alla guancia' un taglio che ami è vivo, e presenta una superficie rotonda a cagione del fil morto che è passato dall’ altro lato ; il mancino inve ce prescnta il fil morto di contro al suo viso e il taglio ne è vivo. _Da queste osservazioni risulta , che un marritto, che affila il rasoio per proprio uso , deve finir l” ultimo passaggio andando verso la sua mano sinistra che tiene il cuoietto. Un mancino che ripassa il rasoio per sè medesimo, deve operare come il marritto , ed in allora i risultamenti sono i medesimi. Quegli che per farsi la barba adopera ambo le mani, deve aver due rasoi; l’ ultimo passaggio che di: ad uno è andando verso la impugnatura del cuoietto; questo gli serve per la mano dritta; l’ ultimo passaggio che dà all’altro, dirigesi all’opposto verso la fine del cuoietto partendo dall’ impugnatura ; questo gli serve per la mano sinistra.
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altus
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Re: Cuoietto , paste abrasive e coramelle nel passato

Messaggio da altus »

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altus
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Re: Cuoietto , paste abrasive e coramelle nel passato

Messaggio da altus »

Strop cilindrico - Brevettato e prodotto da Jean-Louis Sollern - Rue Caumartin 37 - Paris (Francia) c. 1813-1818

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Luca142857
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Re: Cuoietto , paste abrasive e coramelle nel passato

Messaggio da Luca142857 »

Come detto in altra sede l'idea alla base della costruzione di questo tubo è geniale.
Altus, hai provato a costruirne uno uguale ? Come si comporta ?
“La rasatura è una severa maestra.” Heinlein142857.
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